SUCCESSIONI MORTIS CAUSA (per causa di morte):
La morte di un congiunto impone di rappresentarsi, più o meno tempestivamente, cosa ne sarà del suo patrimonio, inteso come complesso di attività e beni ma anche di eventuali passività.
C’è da chiedersi che ne sarà di tutto ciò alla sua morte, chi se ne avvantaggerà o, a seconda dei casi, chi ne sopporterà il peso.
Al momento dell’apertura della successione, che coincide con quello della morte del soggetto, le situazioni che possono venire a crearsi sono molteplici e, spesso, anche complesse, talché la consulenza del giurista s’impone o è almeno consigliata.
Può infatti verificarsi che vi siano passività tali da rendere non conveniente assumere la qualità di erede, così come può verificarsi che vi siano eredi minorenni o comunque incapaci o che nell’eredità non confluisca qualche bene del de cuius perché destinato, a titolo di legato, ad altro soggetto, può verificarsi che sia stato estromesso dalla successione uno stretto congiunto che invece non poteva essere ignorato.
Le dinamiche sono tante e tali che, talvolta, non si è in grado di gestirle senza l’assistenza del legale, anche con riferimento ai termini cui esse sono legate.
La prima importante verifica da effettuare è se il de cuius abbia lasciato un testamento o se, invece, non abbia provveduto a disporre delle proprie sostanze per dopo la sua morte.